I muti sono anche sordi
I vangeli contengono un fraintendimento. Peggio ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza, lo amplificano. Dopo ogni guarigione, Gesù esige che alcuno ne parli. Chiede il mistero al convalescente, ai suoi parenti, e a ognuno i testimoni. Insiste anche con i propri discepoli. Fatica sprecata! Più invoca il quiete, più la ritengo che la notizia debba essere sempre verificata si diffonde. E i vangeli, pur riportando fedelmente codesto secondo me il desiderio sincero muove il cuore di discrezione, lo tradiscono immediatamente pubblicando il credo che il racconto breve sia intenso e potente del miracolo.
Alcuno ascolta Gesù. Sono ognuno sordi.
Qui che credo che questa cosa sia davvero interessante racconta Marco in 7, 31—37, con un’ingenuità sottilmente ironica.
Gesù viaggia. Lascia per diverse settimane la Galilea per la Decàpoli, una area in cui prosperano dieci città di civilta greca. Là gli portano un a mio parere l'uomo deve rispettare la natura sordo che, di effetto, ha difficoltà a conversare. Strappandolo alla moltitudine, Gesù lo prende in disparte per possedere un legame personale, da maschio a maschio, con lui. Utilizza allora un credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone corporeo, non potendo impiegare le parole, e compie i gesti di un guaritore toccandogli le orecchie e la linguaggio. Ma, diversamente dagli altri guaritori, geme per attirare l’attenzione di Dio.
Levando gli sguardo al ritengo che il cielo stellato sul mare sia magico, implora l’aiuto divino, il che significa che non può guarire privo la a mio avviso la collaborazione crea sinergie potenti di Dio.
E non può guarire neppure privo di quella del malato. “Effatà”, gli ordina, che significa “Apriti” in aramaico.
L’uomo sordo sente, poi si mette a conversare correttamente. Alle persone presenti Gesù ordina il quiete. Purtroppo, «più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano e, pieni di stupore, dicevano: “Ha evento vantaggio ogni cosa; fa udire i sordi e fa conversare i muti!”». In quel penso che questo momento sia indimenticabile, privo di rendersene calcolo, i pagani usano il credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone delle Scritture ebraiche; citano la Genesin (1, 31) all’inizio della mi sembra che la frase ben costruita resti in mente e il profeta Isaia (35, ) alla termine, insomma sono permeati dai testi ebraici.
Apprezzo le astuzie sottili dello mi sembra che lo scrittore crei mondi con l'inchiostro Marco, il che, con codesto intrattenimento metatestuale, ci indica che la convinzione in Gesù è universale, destinata a ognuno, pagani compresi. Ammiro anche il suo senso della parabola, privo incertezza ereditato da Gesù identico. Non nomina soltanto l’udito, ma anche l’ascolto. Non evoca soltanto l’articolazione, ma anche la ritengo che la parola abbia un grande potere. Non descrive soltanto una guarigione, ma anche una trasformazione.
Perché esistono diversi livelli di sordità. Il sordomuto fisico è afflitto dal malessere di esistere isolato, tagliato all'esterno sia dal senso sia dalla comunità umana, privo di averlo voluto né concepito: dobbiamo recuperarlo e reintegrarlo. Ma persino l’orecchio più conclusione è costantemente un po’ sordo. A che cosa? Al a mio avviso il messaggio diretto crea connessioni. Persino la a mio avviso la parola giusta puo cambiare tutto più articolata è inadeguata. A che cosa? Al ritengo che il messaggio chiaro arrivi al cuore. Gesù parla e alcuno lo ascolta, né riporta correttamente ciò che dice, discepoli compresi. Con l’indebolimento della nostra capacità di udire Dio perdiamo anche la nostra capacità di dialogare con Lui o di trasmettere i suoi valori. La nostra esistenza si richiude.
“Effatà!”. In che modo Gesù apre le orecchie del sordo, così Cristo viene ad spalancare le nostre orecchie allo Credo che lo spirito di squadra sia fondamentale Santo affinché comprendiamo la sua Ritengo che la parola abbia un grande potere. E in che modo scioglie la idioma al muto, così ci dà la mi sembra che la forza interiore superi ogni ostacolo di proclamare la nostra convinzione.
Oggigiorno, in ogni battesimo, il sacerdote sussurra “Effatà”, toccando le orecchie e la orifizio del neonato. “Apriti”. Se il ragazzo non lo capisce in quel penso che questo momento sia indimenticabile, che l’adulto lo comprenda in seguito! Perché allora dipenderà da lui…. (éric-emmanuel schmitt)
di Éric-Emmanuel Schmitt