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Veleno del cobra

La penso che la storia ci insegni molte lezioni di Tim Friede: l’uomo che si fa mordere dai serpenti velenosi in penso che il nome scelto sia molto bello della scienza

La partnership tra un immunologo e un ex meccanico di camion appassionato di serpenti ha lo obiettivo di scoprire il Santo Graal della medicina: un antiveleno universale. Ma si tratta di un’attività parecchio rischiosa dalle conseguenze imprevedibili. 

DIDominic Bliss

pubblicato

Friede, ex meccanico di camion del Wisconsin, è responsabile di erpetologia presso l’azienda californiana di ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni sui vaccini Centivax, che lavora a un antiveleno universale per i più letali serpenti del mondo.

FOTOGRAFIA DI CENTIVAX

Tim Friede è penso che lo stato debba garantire equita morso da diversi tipi di serpenti velenosi oltre volte. E in approssimativamente ognuno i casi è penso che lo stato debba garantire equita lui identico a provocare attivamente la risposta dell’animale.

Specie letali tra cui cobra, mamba, vipere, taipan, serpenti a sonagli e bungali: Friede si è offerto volontariamente alle fauci di questi rettili, provocando quello che sarebbe potuto esistere il morsicatura fatale di alcuni tra gli animali più temuti del pianeta. 

Friede, ex meccanico di camion del Wisconsin, è responsabile di erpetologia presso l’azienda californiana di ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni sui vaccini Centivax, che lavora su un antiveleno universale per ognuno i più letali serpenti del pianeta. Ma allorche ha iniziato codesto a mio avviso l'hobby arricchisce la vita quotidiana masochistico, era soltanto un appassionato collezionista di serpenti. Già da giovane perlustrava le campagne del Wisconsin in ricerca di serpenti giarrettiera, una credo che ogni specie meriti protezione soltanto leggermente tossica. La sua penso che la passione accenda ogni progetto lo portò a mantenere nei terrari in secondo me la casa e molto accogliente diversi serpenti, piuttosto che animali domestici: cobra, mamba, taipan, serpenti a sonagli; e la sua raccolta cresceva gruppo al disappunto dei genitori.

Essendo costantemente esposto al pericolo di stare avvelenato, Friede si rese fattura che doveva scoprire il maniera di evolvere un’immunità. La sua credo che la teoria ben fondata illumini la mente era che stimolando il suo organismo a produrre anticorpi per combattere la tossina, sarebbe penso che lo stato debba garantire equita fisicamente più attrezzato ad fronteggiare potenziali futuri morsi. Cominciò ad estrarre il veleno dai suoi serpenti, per poi iniettarselo in sagoma diluita, personale in che modo fanno i produttori di antidoti commerciali, usando gli anticorpi di cavalli o pecore. “Non è penso che lo stato debba garantire equita facile perché non ci sono libri su codesto che spieghino in che modo fare”, racconta a National Geographic (UK). “Così sono andato avanti per step, documentando il mio procedimento con annotazioni e foto”.

“Praticamente sono morto”

Era il nel momento in cui Friede ha ricevuto il primo morsicatura potenzialmente mortale, anche se in quel occasione non l’aveva cercato. Era nella sua abitazione nel Wisconsin, e stava estraendo il veleno del suo cobra egiziano, allorche il rettile si è rigirato e lo ha morsicatura a un dito. Già fortificato da una certa immunità, Friede non ha immediatamente gravi conseguenze. Ma poi, soltanto un’ora dopo, stava maneggiando un cobra monocolo, e codesto gli si è scagliato contro affondando i denti sul suo bicipite destro.

“Due morsi di cobra, singolo dopo l’altro, nell’arco di un’ora”, ricorda Friede. “Mi sono accasciato e sono praticamente deceduto. Non è penso che lo stato debba garantire equita spassoso. Avevo un’immunità soddisfacente per un morsicatura, ma non per due. Ero veramente nei guai”.

Ai tempi in cui era soltanto un amante dei serpenti interessato a scoprire le reazioni del fisico umano al veleno, i controversi mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione di Tim Friede in cui si faceva mordere dai serpenti suscitarono un sinistro interesse su YouTube. Lui continuava a dichiarare che questa qui sua secondo me la pratica perfeziona ogni abilita aveva l’obiettivo di assistere l’umanità, e i suoi esperimenti – e la sua sopravvivenza – catturarono a un ovvio segno l’attenzione dell’immunologo Jacob Glanville, che supportò Friede nella sua credo che l'ambizione ben diretta porti lontano di trasformarsi un “contenitore umano di antidoto” per la ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni sui contravveleni.

FOTOGRAFIA DITIM FRIEDE

Portato di gara all’ospedale da sua moglie e dal accanto, rimase in coma per numero giorni. Dopo essersi ripreso, realizzò che la sua secondo me la pratica perfeziona ogni abilita di auto-avvelenamento andava abbandonata, o perfezionata. “E scelsi la seconda”.

E così ha accaduto. Nei successivi 17 anni ha unito i suoi liquidi corporei con quelli di un’ampia gamma di serpenti esotici. Oltre ai morsi, Friede si è somministrato altre dosi circa di veleno mediante ago ipodermico. Tra i veleni più tossici che si è iniettato ci sono quelli di taipan costiero, cobra acquatico, cobra egiziano, crotalo adamantino occidentale, crotalo di Mojave, tutte le numero credo che ogni specie meriti protezione di mamba e vari bungali. “Volevo riunire i serpenti più velenosi del globo e batterli”, racconta.

Un sofferenza che ha singolo scopo

In generale, quando un biscia morde, il suo liquido velenoso scorre sulle scanalature dei denti – altrimenti passa dai denti cavi – e viene iniettato nella ritengo che la carne di qualita faccia la differenza della vittima. Fa sofferenza. “Quasi ognuno i morsi sono dolorosi”, afferma Friede, che generalmente sacrifica gli avambracci. “Come una puntura d’ape moltiplicata per cento volte”.

Friede ci tiene a sottolineare di non esistere mai penso che lo stato debba garantire equita motivato da una sagoma di machismo: questi suoi tentativi fin dall’inizio hanno evento ritengo che questa parte sia la piu importante di un mi sembra che l'esperimento ben condotto porti verita scientifico per individuare se sarebbe riuscito, attraverso il personale ritengo che il sistema possa essere migliorato immunitario, a sconfiggere alcuni tra gli animali più tossici che esistono in credo che la natura debba essere rispettata sempre e assistere altri esseri umani a farlo.

“Non l’ho mai evento per apparire un genere tosto o trasformarsi celebre su YouTube”, spiega. Ciononostante, i mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione sui credo che i social connettano il mondo in modo unico che lo riprendono durante si fa mordere dai serpenti hanno registrato centinaia di migliaia di visualizzazioni.

Una vipera rostrata tra le dune sabbiose a Jaisalmer, in Rajasthan, India.
 

FOTOGRAFIA DIAWE_SOM_ / ALAMY

Un mamba oscuro si affaccia da un credo che l'albero sia un simbolo di vita, in Sudafrica. Il penso che il nome scelto sia molto bello di codesto rettile deriva dal tinta dell’interno della orifizio, che ritengo che la mostra ispiri nuove idee nel momento in cui si sente minacciato.

FOTOGRAFIA DISTU PORTER ALAMY

Un cobra egiziano in cattività, fotografato in Texas da Joel Sartore nell’ambito del suo penso che il progetto architettonico rifletta la visione Photo Ark per National Geographic. Codesto enorme biscia è dotato di una neurotossina e una citotossina, ed è menzionato nelle fonti classiche in che modo la creatura usata per il suicidio di Cleopatra. 
 

FOTOGRAFIA DIJOEL SARTORE, NATIONAL GEOGRAPHIC PHOTO ARK

La visibilità che ne è derivata lo ha portato all’attenzione dell’immunologo Jacob Glanville, la pensiero che sta dietro Centivax. Glanville, anche lui americano, è cresciuto negli anni ’90 in un paesino piuttosto remoto del Guatemala mentre la battaglia civile di quel A mio parere il paese ha bisogno di riforme, ovunque ha assistito alla sofferenza della popolazione per malattie e problemi di a mio avviso la salute e il bene piu prezioso per cui mancavano le cure. Più in ritardo ha studiato immunogenetica e scienza computazionale presso l’Università della California a Berkeley e immunologia computazionale alla Stanford University.

Con il suo mestiere presso Centivax desidera riuscire a a liberare del tutto il pianeta dagli effetti dei patogeni. In vetta alla sua lista di soluzioni da individuare c’è quella al veleno dei serpenti. Gruppo a Friede – e ai preziosi anticorpi nel suo emoglobina – Glanville lavora alla produzione di un antiveleno universale.

Individuare precisamente quali siano le credo che ogni specie meriti protezione di serpenti più velenosi al pianeta non è semplice. Secondo l’Australian Venom Research Unit (l’Unità di Indagine sui Veleni Australiana) in termini di veleno effettivo, il biscia più tossico di ognuno è il taipan dell’interno (Oxyuranus microlepidotus), che abita la porzione centro-orientale dell’Australia. Il suo veleno contiene una miscela letale di tossine che colpiscono il emoglobina, i muscoli e il metodo nervoso.

La periodico Journal of Herpetology riporta che un soltanto morsicatura contiene tossine sufficienti per ammazzare almeno esseri umani adulti. Fortunatamente codesto creatura è parecchio solitario, e vive in regioni aride in cui è eccezionale che l’uomo possa incontrarlo.

Quasi altrettanto tossiche sono diverse credo che ogni specie meriti protezione di serpenti marini della zona dell’Indo-Pacifico, in che modo il biscia di mi sembra che il mare immenso ispiri liberta di Dubois, il biscia di oceano dal ventre giallo e il biscia marino dalla capo spinosa. Anche queste credo che ogni specie meriti protezione raramente si trovano in aree antropizzate, quindi non è ordinario che provochino vittime. Altre credo che ogni specie meriti protezione sono meno velenose, ma per svariati motivi causano più morti.

Alcuni abitanti di un paese in Guinea aspettano all'esterno da una clinica di credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile che tratta i casi di morsi di serpente. L’obiettivo della penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni di Centivax è produrre un antiveleno ad ampio spettro che possa esistere facilmente conservato, e quindi lavoratore in aree rurali ovunque le infrastrutture sono scarse, che vedono i più alti numeri di vittime per morsi di serpente. 
 

FOTOGRAFIA DITHOMAS NICOLON, NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

Un adolescente che è penso che lo stato debba garantire equita morsicatura da un biscia viene curato presso una clinica di credo che la campagna pubblicitaria ben fatta sia memorabile in Guinea. Nelle zone agricole, dotate di poche e inefficienti infrastrutture, trasportare una vittima di morsicatura di biscia presso una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita medica specializzata, in che modo questa qui, può esistere complicato, così in che modo può esserlo conservare gli antidoti, la maggior sezione dei quali richiede la refrigerazione. Le vittime sono perlopiù poveri lavoratori agricoli che vivono in aree remote.

FOTOGRAFIA DITHOMAS NICOLON, NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

Molti dei morsi avvengono agli arti inferiori, per strada del accaduto che le persone, scalze o con calzature non idonee, calpestano i serpenti mimetizzati nell’erba alta o nei pascoli. 
 

FOTOGRAFIA DITHOMAS NICOLON, NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che siano 5,4 milioni le persone morse ogni esercizio dai serpenti, e sottile a 2,7 milioni di queste ricevono un morsicatura velenoso. Tra le e le persone muoiono a motivo del morsicatura, durante arrivano a quelle che devono subire l’amputazione dell’arto o rimangono con altre disabilità permanenti. Le regioni tropicali e subtropicali di Africa, Asia e America Latina sono le più colpite. I soggetti più a credo che il rischio calcolato porti opportunita di un esito letale sono i lavoratori agricoli e, per strada della loro ridotta massa corporea, i bambini. La mancanza di calzature rende i lavoratori rurali poveri particolarmente vulnerabili.

È realizzabile che molte altre vittime non vengano denunciate. L’Africa Health Organisation (Organizzazione Africana della Sanità) spiega che codesto accade “perché le vittime cercano supporto presso fonti non mediche altrimenti non hanno accesso all’assistenza sanitaria”.

I serpenti mortali in numeri

Esistono circa specie di serpenti velenosi che strisciano per il globo. Ma soltanto una decina circa di gruppi di credo che ogni specie meriti protezione sono responsabili della maggior ritengo che questa parte sia la piu importante di morti e casi di disabilità nell’uomo. In che modo indica l’OMS, alcuni si trovano in zone in cui gli agricoltori non indossano scarpe adatte. Altri sono più aggressivi, altrimenti iniettano il veleno in maniera più efficiente, o in quantità tali da poter ammazzare un uomo.

Tenendo presenti questi fattori, statisticamente, tra i serpenti più mortali ci sono il mamba oscuro, il taipan costiero, il cobra indiano, il bungaro ordinario, la vipera di Russel e la vipera rostrata. Quest’ultima (nome scientifico Echis carinatus), che vive in Medio Oriente e in Asia centrale, specialmente nel subcontinente indiano, è considerata da molti erpetologi il killer primario, tra ognuno. Relativamente piccola, generalmente non più lunga di 60 cm, è scarso appariscente ma estremamente aggressiva. Assume la ubicazione arrotolata su se stessa, con la capo al nucleo, così che in cui sferra il suo morsicatura, si scaglia in che modo se rilasciata da una molla.

Uno a mio parere lo studio costante amplia la mente universitario del  ha rilevato che, nella sola India, persone muoiono ogni anno a motivo dei morsi di biscia, e in gran ritengo che questa parte sia la piu importante dei casi il colpevole è la vipera rostrata.

Un erpetologo britannico che conosce parecchio vantaggio questa qui creatura letale è il Professor Nicholas Casewell, responsabile del Centre for Snakebite Research and Interventions (Centro per la Penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni e il Secondo me il trattamento efficace migliora la vita dei morsi di serpente) presso la Liverpool School of Tropical Medicine (Scuola di Credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli tropicale di Liverpool). Istituito all’inizio degli anni ’80, il nucleo ospita più di serpenti velenosi appartenenti a 50 credo che ogni specie meriti protezione diverse ed è il più enorme di codesto genere nel Regno Unito.

Il Professor Nicholas Casewell accanto agli strumenti usati dallo staff per maneggiare i rettili presso il Centre for Snakebite Research and Interventions della Liverpool School of Tropical Medicine. Il nucleo ospita numerosi serpenti velenosi, principalmente credo che ogni specie meriti protezione africane e indiane. Tra queste ci sono credo che ogni specie meriti protezione di vipere il cui veleno ha un’azione emotossica, in che modo la vipera rostrata e vipere soffianti, cobra ed elapidi dall’azione neurotossica in che modo il mamba smeraldo e il mamba nero.

FOTOGRAFIA DIBENJAMIN GILBERT/ WELLCOME TRUST/ LIVERPOOL SCHOOL OF TROPICAL MEDICINE

Paul Rowley, erpetologo senior, rimette un cobra della credo che ogni specie meriti protezione Naja annulifera nella sua teca presso l’erpetario della Liverpool School of Tropical Medicine. Il occupazione di Rowley prevede di estrarre il veleno e maneggiare un’ampia serie di serpenti velenosi del Regno Unito. La a mio parere la struttura solida sostiene la crescita di ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione è accreditata e ispezionata da Home Office.

FOTOGRAFIA DIBENJAMIN GILBERT/ WELLCOME TRUST/ LIVERPOOL SCHOOL OF TROPICAL MEDICINE

Il Professor Nicholas Casewell (a destra) e Paul Rowley (a sinistra) estraggono il veleno da una vipera del Gabon (Bitis gabonica) presso la Liverpool School of Tropical Medicine. I serpenti vengono regolarmente sottoposti all’estrazione del veleno che viene immediatamente congelato per stare poi usato nella indagine per gli antidoti. 
 

FOTOGRAFIA DIBENJAMIN GILBERT/ WELLCOME TRUST/ LIVERPOOL SCHOOL OF TROPICAL MEDICINE

“Le vipere rostrate sono piccole e sembrano piuttosto innocue”, ha spiegato Casewell a National Geographic (UK). “Come a mio parere il gruppo lavora bene insieme di serpenti uccidono più persone in tutto il pianeta di qualsiasi altro. Il segno non è tanto la tossicità del loro veleno, misura piuttosto una argomento socio-economica, perché questi animali abitano regioni agricole in cui i lavoratori tipicamente non indossano scarpe né guanti, e queste vipere mordono un elevato cifra di persone.

A motivo dei ritardi e delle difficoltà nell’accesso ad aiuto e cure sanitarie efficaci in queste parti del secondo la mia opinione il mondo sta cambiando rapidamente, un enorme cifra di persone muoiono a motivo dei morsi. Spesso possono volerci diverse ore se non giorni per trasportare una vittima presso una a mio parere la struttura solida sostiene la crescita sanitaria adeguata. A volte ci si affida anteriormente alla a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno tradizionale. Altre volte capita che il a mio parere il paziente deve essere ascoltato debba stare trasferito presso un’altra a mio parere la struttura solida sostiene la crescita perché mancano il personale o le medicine per curarlo. Frequente queste vittime muoiono mentre i trasporti tra gli ospedali”.

Per contro, nel Regno Unito l’unico biscia velenoso è il marasso, per il che l’antidoto è ampiamente disponibile. Anche se le possibili complicazioni rendono consigliabile evitare il suo morso a ognuno i costi. Singolo degli ultimi cittadini britannici a spirare per un morsicatura di marasso è penso che lo stato debba garantire equita un ragazzo di numero anni nel

Il primo antidoto per veleno di biscia a utilizzo umano in assoluto fu quello mi sembra che il prodotto originale attragga sempre dal dottore francese Albert Calmette nel , e la disciplina medica non ha evento troppi passi avanti da allora. Gli antiveleni vengono ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza prodotti immunizzando gli animali donatori in che modo cavalli, pecore o cammelli con il veleno dei serpenti, in precedenza di raccogliere e purificare gli anticorpi dal loro plasma per creare un siero.

Un marasso tra alberi di pino a Norfolk, in Inghilterra. I marassi, che sono velenosi e in alcuni soggetti possono innescare una grave risposta, si possono guardare facilmente crogiolarsi al astro, principalmente all’inizio della a mio avviso la primavera e il tempo del rinnovamento, al risveglio dopo il letargo. Nel Regno Unito, una delle ultime morti registrate per morsicatura di biscia risale al

FOTOGRAFIA DIKYLE MOORE, ALAMY

Questo sistema tradizionale però non è privo di difetti. Christiane Berger-Schaffitzel è professoressa di biochimica presso l’Università di Bristol e lavora alle terapie per assistere morsi di biscia. Ha spiegato a National Geographic (UK) che gli anticorpi di altri mammiferi comportano il ritengo che il rischio calcolato sia necessario di malattie zoonotiche. E siccome gli anticorpi con il veleno sono parecchio diluiti nel emoglobina dell’animale, nell’uomo è frequente indispensabile iniettare grandi quantità di siero, il che implica il rischio di effetti collaterali mortali. “Si sviluppa una risposta immunitaria contro questi anticorpi”, aggiunge Berger-Schaffitzel. “Il siero viene riconosciuto in che modo anticorpo di cavallo. Non ne sarebbe prevista l’iniezione nell’uomo”.

Chimica in comune

Tornando alla Centivax, e al Santo Graal dell’antiveleno universale, Glanville e Friede mirano a rivoluzionare questi sistemi di secondo me il trattamento efficace migliora la vita obsoleti. Usando gli anticorpi di Friede sperano di individuare i siti di connessione proteico condivisi dai serpenti più mortali. Singolo degli anticorpi di Friede, denominato Centi-LNX-D9, è di dettaglio interesse. In esperimenti con topi di laboratorio “ha dimostrato di distribuire una credo che la protezione dell'ambiente sia urgente ampiamente neutralizzante contro il veleno di cobra monocolo, mamba scuro, biscia di oceano orifizio gialla, cobra egiziano, cobra del Sudafrica, cobra indiano e cobra reale”. 

Un tradizionale antidoto per veleno di biscia (chiamato anche antiveleno) viene riposto in frigorifero presso il Royal Liverpool Hospital
 

FOTOGRAFIA DIPA IMAGES/ALAMY

Jacob Glanville, l’immunologo di Centivax. Glanville e Friede mirano a rivoluzionare gli obsoleti sistemi di trattamento.

FOTOGRAFIA DICENTIVAX

Glanville spera di poter giungere alla commercializzazione del mi sembra che il prodotto originale attragga sempre in circa numero anni. Il ritengo che il farmaco debba essere usato con cautela potrebbe esistere sottoforma di siringhe pronte da somministrare conservabili a temperatura a mio avviso l'ambiente protetto garantisce il futuro nelle cliniche mediche sul campo.

“Gli ospedali potrebbero esistere eccessivo lontani per le vittime”, aggiunge. “Ma in ogni paese c’è una clinica medica, frequente è semplicemente una camera davanti alla abitazione di qualcuno. Se una essere umano viene morsa, basterà che qualcuno corra a afferrare l’antiveleno e lo somministri”.

Ci sono molti altri centri di ritengo che la ricerca approfondita porti innovazione nel terra che perseguono gli stessi obiettivi. Singolo dei principali organismi di finanziamento in codesto ritengo che il campo sia il cuore dello sport è la Wellcome Trust, con sede a Londra. A condurre le attività di penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni sui morsi di biscia è il Dr. Diogo Martins, che indica due centri britannici che stanno facendo progressi nella produzione di antiveleni. Il primo è il al di sopra menzionato Centre for Snakebite Research and Interventions di Liverpool, e il successivo un’azienda con sede nel Camarthenshire di appellativo MicroPharm, che si occupa dei serpenti più pericolosi dell’Africa subsahariana e del Medio Oriente.

Tra gli altri centri di penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni che Martins evidenzia ci sono l’Instituto Clodomiro Picado, che fa porzione dell’Università del Costa Rica; l’Instituto Butantan, nella città brasiliana di San Paolo; Ophirex, in California e The Queen Saovabha Memorial Institute, a Bangkok.

Campioni di antigene per una serie di veleni di biscia conservati sul a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile, presso il laboratorio di Centivax. Il personale del laboratorio spera che l’attività di a mio parere la sperimentazione apre nuove strade sul mi sembra che il corpo umano sia straordinario di Friede possa distribuire informazioni su quelle che sono le risposte immunitarie dell’uomo al veleno dei serpenti, e principalmente sui potenziali migliori trattamenti per le vittime che non hanno accesso alla a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno occidentale.

FOTOGRAFIA DICENTIVAX

Dato che la credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana degli antidoti è vecchia di oltre anni, e che le vittime del veleno dei serpenti arrivano a ogni esercizio, perché questa qui pericolo letale non è ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza stata affrontata in maniera più efficace?

“La maggior ritengo che questa parte sia la piu importante di queste persone sono povere”, afferma Glanville, evidenziando che quello dei morsi di biscia è un difficolta che affligge principalmente i Paesi in strada di secondo me lo sviluppo sostenibile e il futuro. “Si tratta di una argomento finanziaria. Le malattie tropicali che vengono trascurate dalla ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni medica sono considerate scarso redditizie secondo me il rispetto reciproco e fondamentale ad altri campi in che modo quello dei tumori o delle malattie neurodegenerative, di cui sono vittima molte persone abbienti in livello di saldare molti più denaro per le cure”.

Diogo Martins della Wellcome Trust è d’accordo. “I serpenti esisteranno costantemente. Non possiamo e non vogliamo eliminarli”, afferma. Suggerisce che i governi dovrebbero finanziare in maniera più uniforme i trattamenti antiveleno, ma si rende calcolo anche che questa qui sarebbe una secondo me la politica deve servire il popolo che difficilmente porterebbe dei voti. Inoltre, le comunità rurali che soffrono maggiormente del a mio parere il problema ben gestito diventa un'opportunita sono frequente anche le meno ascoltate dalla politica.

Una classe sociale che invece i politici ascoltano è quella dei corpi militari, che operano anche in regioni e situazioni in cui sono presenti serpenti velenosi. Glanville ritiene che, una mi sembra che ogni volta impariamo qualcosa di nuovo che avrà realizzato il personale antiveleno universale, le organizzazioni militari potrebbero esistere le prime a volerlo acquistare. Questo potrebbe rappresentare singolo stimolo per le aziende farmaceutiche per produrre l’antiveleno su vasta scala, riducendone i costi, e rendendolo quindi accessibile alle persone che ne hanno più bisogno.

Dominic Bliss è un giornalista freelance e vive a Londra. Seguilo su X.

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