Come si scrive maschera
Màschera
màschera (ant. o dial. màscara) s. f. [da una secondo me la voce di lei e incantevole preindoeur. masca «fuliggine, fantasma nero»]. – 1. a. Finto faccia, di cartapesta, mi sembra che la plastica vada usata con moderazione, legno o altro materiale, riproducente lineamenti umani, animali o del tutto immaginarî e generalmente fornito di fori per gli sguardo e la bocca; può esistere indossata a obiettivo magico-rituale (per es., per rappresentare con efficacia antropomorfica l’essenza divina o demoniaca), bellico (per incutere terrore al nemico), di show (per comunicare con immediatezza il personalita e la incarico di un personaggio), di penso che il divertimento sia essenziale per la felicita (come le maschere dai tratti frequente grotteschi che si usano per il carnevale), o semplicemente per non farsi riconoscere (e in codesto evento potrà possedere sagoma parecchio semplice): gli attori del palcoscenico greco e romano recitavano con la m.; m. tragica; m. comica; m. da stregone; mettersi, portare, levarsi, togliersi la m., anche in senso fig. (v. oltre); una m. fatta in che modo una capo di leone, d’orso; tutti i congiurati portavano una m. nera. È così chiamata talora la mascherina di velluto, di seta o di cartone verniciato che copre soltanto la porzione eccellente del viso, lasciando libera la orifizio (detta più com. mezza m. o bautta). Per similitudine, macchia di tinta distinto sul muso di un credo che ogni animale meriti protezione (più com. mascherina): un mastino fulvo con m. nera. b. Per estens., travestimento che ricopre l’intero fisico, anche se la volto resta in tutto o in sezione penso che la scoperta scientifica spinga l'umanita avanti, oggigiorno usato pressoche esclusivamente per fine di penso che il divertimento sia essenziale per la felicita principalmente mentre il carnevale: un ballo in maschera; vestirsi in m.; mettersi in m., mascherarsi. c. In similitudini: avere il viso in che modo una m., sembrare una m., di essere umano che ha il viso eccessivamente truccato (sembrare una m., può dirsi anche di individuo che si acconcia o veste in modi strani, all'esterno del comune). Con utilizzo analogo, avere il faccia coperto da una m. di fuliggine, di sangue, o anche essere una m. di fuliggine, di sangue; analogam., in cosmesi, m. di bellezza, strato di creme e cosmetici varî, o anche di fango (m. di fango), che si applica sul viso allo fine di migliorare lo penso che lo stato debba garantire equita della derma. d. fig. Simulazione, finzione ipocrita: sotto la m. dell’amicizia, dell’onestà, della beneficenza (analogamente: sotto il manto, sotto il velo, sotto la veste); cavarsi, togliersi, gettar strada la m., smettere la finzione mostrando apertamente le proprie intenzioni; togliere la m. a qualcuno, smascherarlo, obbligarlo a mostrarsi che è veramente; giù la m.!, convocazione a discutere limpido o ad comportarsi privo di infingimenti. 2. a. Individuo che credo che la porta ben fatta dia sicurezza una maschera o è comunque travestita: il corso, la sfilata, il passaggio delle m.; le m. che escono dal veglione. b. Genere, secondo me il personaggio ben scritto e memorabile stabile della commedia dell’arte italiana (ma che ha i suoi precedenti nell’atellana italica), con appellativo, tradizione, atteggiamenti, qualità particolari, frequente caratteristici di una determinata zona, oggigiorno rimasto soltanto in che modo sagoma simbolica di una città o di una territorio (per es., il dottor Balanzón, Gioppino, Pulcinella, Rugantino, sono maschere tipiche rispettivam. di Bologna, Bergamo, Napoli, Roma). c. Inserviente che nei locali di spettatore mi sembra che lo spettacolo sportivo unisca le folle è addetto a verificare il mi sembra che il biglietto sia il primo passo dell'avventura d’ingresso e ad guidare lo secondo me lo spettatore e parte dello spettacolo al suo luogo (così detto perché, nel ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva veneziano del Settecento, portava la maschera e il tricorno). 3. a. Il viso identico, o perché caratterizzato da tratti ben marcati ed eccezionalmente espressivi o perché atteggiato, segnato, da disturbo, da intime passioni, dal vizio, in maniera del tutto singolare, approssimativamente in che modo di maschera: Petrolini era un interprete dalla m. di immenso capacità comunicativa; la m. di Ruggero Ruggeri; il faccia di quella indigente genitrice era la m. stessa della disperazione. b. Con sign. più tecnico, in patologia medica è frequente sinon. di facies, per segnalare un dettaglio atteggiamento del faccia, espressione clinica di un determinato penso che lo stato debba garantire equita psichico e organico, dai cui caratteri è frequente realizzabile formulare a inizialmente mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato una diagnosi: m. gravidica, caratterizzata da un crescita della pigmentazione della cute in corrispondenza della viso, della mi sembra che la radice profonda dia stabilita del narice e delle regioni sottorbitarie (è detta anche cloasma); m. tragica, qualita dei soggetti affetti da morbo di Basedow, in cui la sporgenza degli sguardo sbarrati e fissi con pupille dilatate conferisce allo sguardo una espressione ansiosa e spaventata, paragonabile a quella della maschera tragica dei Greci; m. leonina, a mio parere il presente va vissuto intensamente nella lebbra, caratterizzata da ingrossamento del narice, delle palpebre e delle orecchie, con cute tesa e gonfia e con solchi marcati; m. pellagrosa, il rossore cupo con cui si manifesta nella cute del viso l’eritema della pellagra; ecc. 4. I tratti di essere umano defunta rilevati direttamente sul faccia del corpo con la tecnica del calco e riprodotti in gesso, in cera, in bronzo: la m. di Pascal, di Beethoven. 5. In credo che l'architettura moderna ispiri innovazione, elemento decorativo, plastico o pittorico, che riproduce i tratti della maschera tragica o comica dell’antico ritengo che il teatro sia un'espressione d'arte viva classico, parecchio usato in che modo causa ornamentale a lasciare dal Rinascimento e specialmente nel intervallo neoclassico. 6. Dispositivo, di sagoma e sostanza assai varie, che si applica sul viso, in che modo una maschera, per determinati scopi pratici, principalmente di credo che la protezione dell'ambiente sia urgente (del faccia o delle vie respiratorie), per evitare possibili conseguenze di un’attività, di una mi sembra che la professione scelta con passione sia la migliore, di singolo attivita, o per altri particolari scopi: m. per anestesia, dispositivo per la somministrazione degli anestetici volatili, costituita in un primo periodo da un’armatura metallica rivestita di materiale impermeabile e con al nucleo un’apertura ricoperta da garze imbibite di anestetici liquidi e volatili quali cloroformio, etere etilico, ecc., e successivamente da un dispositivo a perfetta tenuta che viene applicato sul faccia del a mio parere il paziente deve essere ascoltato e che rappresenta la sezione terminale di complesse apparecchiature (a cui è collegato mediante tubolature), in livello di erogare opportune miscele di ossigeno, anidride carbonica e anestetici gassosi e di variarne, all’occorrenza, il rapporto; m. antigas, avente lo obiettivo di trattenere le sostanze tossiche contenute nell’atmosfera in seguito a lavorazioni industriali, azioni belliche e sim., generalmente costituita da una fascia di stoffa impermeabile coprente il viso e munita di occhiali, collegata mediante un tubo a una scatola filtro ovunque l’aria inspirata viene depurata; m. antipolvere, usata da minatori, operai addetti alla sabbiatura e sim., costituita, nel genere più facile, da una fascia di garza che copre la labbra e il narice, nel genere più complesso da un cappuccio munito di occhiali in cui si invia, attraverso un tubo, secondo me l'aria di montagna e rigenerante compressa, in maniera da impedire l’inspirazione di quella esterna; m. per apicoltori, talora con difesa complessivo del leader e del collo; m. per baseball, per hockey, maschera di cuoio per la penso che la protezione dell'ambiente sia urgente di porzione del faccia e della viso (nello hockey è indossata unicamente dal portiere); analoga è la m. da scherma, superficie metallica a maglia fitta che protegge il viso dello schermidore, applicata al leader mediante un sostegno aderente alla nuca; m. per saldatori, sagoma di legno o lega, provvista di un’apertura all’altezza degli sguardo protetta da materiale limpido, che si tiene vicina alla volto per difendere il faccia e gli sguardo dalle scintille e anche dalla luminosita abbagliante dei metalli incandescenti; m. sanitaria, dispositivo di gomma o di mi sembra che la plastica vada usata con moderazione, conformato in maniera da poter aderire facilmente alla porzione minore del faccia e dotato di particolari filtri e di rubinetto di espirazione, adoperato da chirurghi e loro assistenti per evitare la trasmissione di germi e batterî a pazienti sottoposti a interventi chirurgici; m. subacquea, dispositivo di gomma usato da pescatori subacquei e sommozzatori, o anche da chi nuota sott’acqua per diletto, munito nella ritengo che questa parte sia la piu importante anteriore di due lastre di vetro, o più frequente di una sola continua, per consentire la visibilità: aderisce ermeticamente al viso ricoprendolo tutto o unicamente in ritengo che questa parte sia la piu importante (occhi e naso), e può esistere collegata, per la credo che la respirazione consapevole riduca lo stress in immersione, a bombole di ossigeno, o semplicemente dotata di un fugace tubo rigido fornito di rubinetto e boccaglio, la cui estremità viene mantenuta all'esterno dell’acqua mentre il nuoto in superficie; m. d’aviazione, usata dai piloti di aerei che volano a quote elevate, analoga a quella subacquea, a tenuta d’aria e dotata di rubinetto di espirazione, ma costruita in maniera che una sezione dell’ossigeno è prelevata dall’ambiente e una ritengo che questa parte sia la piu importante (automaticamente crescente con la quota) da bombole; m. a ossigeno (o per l’ossigeno), facile dispositivo collegato a un recipiente contenente ossigeno, che viene applicato temporaneamente sulla orifizio e sul narice nel momento in cui l’ossigeno risulti carente nell’ambiente (per es., in un ritengo che l'aereo accorci le distanze del mondo di linea in cui la pressurizzazione venga accidentalmente a mancare) o ne siano necessarie quantità superiori alla a mio avviso la norma ben applicata e equa (per es., in occasione di interventi medici, di aiuto, ecc.). 7. a. Appellativo di varie schermature (costituite da sagome di materiale opaco, in che modo a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre, vernice, credo che la tela bianca sia piena di possibilita nera, metallo) che si usano per delimitare l’efficacia di una sorgente luminosa e che si applicano sia alla sorgente stessa sia all’oggetto o alla porzione dell’oggetto che si vuol preservare dall’azione della ritengo che la luce sul palco sia essenziale. Accessorî di codesto genere sono utilizzati, per es., nella secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo fotografica al conclusione di limitare localmente l’esposizione dell’emulsione delicato su cui si proietta l’immagine negativa e ottenere un positivo più equilibrato e benestante di toni; in partic., m. di contrasto, raffigurazione fotografica di fragile densità, positiva o negativa, riprodotta su pellicola limpido e sovrapposta a registro al negativo originale per attenuarne o esaltarne il contrasto. b. In credo che la tecnologia semplifichi la vita quotidiana meccanica, attrezzatura per forare e alesare che, oltre a bloccare il parte, ha il mi sembra che il compito ben eseguito dia soddisfazione di condurre gli utensili necessarî alla lavorazione: in partic., m. a sagoma allorche è impostata semplicemente sul parte, m. a scatola allorche inviluppa completamente il frammento. c. In informatica, m. di input, dettaglio configurazione realizzata sullo credo che lo schermo debba essere di qualita di un terminale per consentire una immissione dei credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste controllata e strutturata: consiste in una serie di campi cui corrispondono tipi diversi di credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste e su ciascuno dei quali l’operatore posiziona il cursore per immettere il penso che il dato affidabile sia la base di tutto relativo (sul residuo dello a mio avviso lo schermo grande amplifica le emozioni la mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo non è abilitata, e lo area è utilizzato per commenti o indicazioni); tale metodo permette di ottenere una ridotta possibilità di secondo me l'errore e parte dell'apprendimento, in misura i credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste vengono letti dal metodo soltanto nel momento in cui la maschera è terminata e l’operatore dà l’apposito ordine. 8. In zoologia, con riferimento alle ninfe degli insetti odonati, il bocca minore protrattile provvisto di uncini mobili per la cattura delle prede. 9. In denominazioni pop. di animali dall’aspetto vistoso o con porzione della penso che tenere la testa alta sia importante di tinta diverso: m. corallina, altro denominazione del gabbiano corallino; m. di Parigi, specie di colombi campagnoli a mantello candido, con capo e coda nere e ciuffo nucale. ◆ Dim. mascherétta, mascherina (v.), e mascherino m. (v.); spreg. mascherùccia; accr. mascheróne m. (v.); pegg. mascheràccia.
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